mercoledì 27 maggio 2015

DELLA MALVAGITÀ

Se dovessi scrivere un saggio sulla malvagità, quindi sui malvagi gli ricorderei che fare infelici gli altri non è rendere davvero felici se stessi, ma soltanto nascondere dietro la meschinità la propria grande miseria. Quella miseria della quale non si trova coraggio di guardare in faccia e così nasce la malvagità.
Il malvagio é sempre colui che non potendo evadere dalla prigionia della propria misera condizione, odia chiunque non si trova nella sua stessa miseria.
Bisogna avere un animo nobile per amare le ricchezze altrui mentre si é nella miseria.
Soltanto gli animi nobili sono capaci di riconoscere la propria pochezza di fronte la grandezza altrui.
Più spesso troverete genti capaci soltanto di invidia verso i più capaci.
In realtà sia la malvagità che la bontà sono due imposture, a guardar bene non esistono e sono false. Sono cioè modalità ingannevoli di essere e di vedere la vita. Di solito entrambi i modi di essere recano molto danno a chi li sostiene e a chi li subisce.
In realtà un qualsiasi individuo dovrebbe superare questi due atteggiamenti e riconoscerne la falsità. Al loro posto egli può trovare il vero essere al mondo. Libero da bontà e cattiveria appare la realtà come mai gli è apparsa prima. Finalmente egli si accorge di se stesso e degli altri.
Conoscendo se stesso impara i propri limiti, Conoscendo la grandezza altrui impara l'umiltà.
ma come? Così : la grandezza non è altro che la natura, per cui spesso chi è grande lo è per dote naturale. Le doti che proprio non si hanno non si avranno mai, per cui è una perdita di tempo invidiare un ingegnere se si è poco dotati in matematica. Tutto ciò che non si raggiunge con l'impegno e l'esercizio é al di fuori della nostra reale portata.
A che serve cercare di essere colui che non si sarà mai?
Allora, liberi dall'inganno si vorrà essere ciò che si è, ne buoni ne cattivi, ma veri nel mondo.
Tutto il resto é impostura, e di impostori ne circolano già tanti.
E siccome in questo mondo nessuno é veramente libero di essere ciò che è, perciò esiste la malvagità. In quanto a molti é dato di esser ciò che gli altri gli hanno imposto di essere.
é da qui che nasce la prigionia : il non poter essere ciò che si vuole rende cattivi e infelici.
Così molti di coloro destinati alla guerra dal proprio paese e non per propria volontà, preferirono la macchia o l'esilio.
La patria li appello come vigliacchi, individui cattivi ed egoisti, niente di tutto questo, volevano soltanto vivere.

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